Imola 22 ottobre.
Il Convegno storico nel settantesimo della fondazione della Federazione Anarchica Italiana organizzato dai compagni, tutti, di Imola si è svolto in modo egregio, sia per il clima fraterno che si è respirato, sia per lo svolgimento, le discussioni, gli interventi che si sono succeduti e che hanno catalizzato l’attenzione di circa un centinaio di compagni presenti.
L’Archivio Storico della Fai (Asfai) lungo tutti questi mesi si è adoperato nel raccogliere le più diverse esperienze che si sono succedute in questi ultimi settanta anni di vita dell’organizzazione ed un nutrito numero di militanti (o ex), da ogni parte d’Italia, ha risposto con relazioni ed abstract che hanno ricostruito o ricordato le lotte e gli interventi (nel mondo del lavoro o nel territorio), le attività (a livello locale o nazionale), l’informazione o la controinformazione (sulla strage di Stato o sulle diverse campagne che nei decenni non sono mancate). La raccolta di questi interventi scritti ha contribuito a formare un dossier di centocinquanta pagine che è stato inviato in tempi utili e prima del Convegno a tutti gli aderenti alla Federazione ed a tutti i contatti che ognuno ha.
Una buona idea è stata quella di anticipare la conoscenza degli interventi, in quanto ha permesso di superare la lettura o l’esposizione delle relazioni (partendo dal presupposto che tutti hanno avuto la possibilità di leggerli per proprio conto) ed i vari interventi hanno potuto approfondire o arricchire le proprie relazioni attraverso piccole tavole rotonde che non hanno affatto appesantito l’uditorio.
Le quaranta relazioni (o abstract) sono state suddivise in tre macro sezioni così concepite:
1- La memoria militante;
2- Le esperienze organizzative territoriali;
3- La Fai e gli snodi storici del secondo Novecento.
La sezione sulla memoria militante è stata sicuramente la più consistente fra le tre perché ha contribuito a formare un quadro piuttosto ricco nell’espressione della presenza anarchica dal secondo dopoguerra fino ai giorni nostri. Si è raccontato della fase immediatamente successiva alla lotta di Liberazione dal nazifascismo e della composizione del movimento nel periodo successivo (1945-48), fino all’attività dei giovani anarchici della federazione giovanile (Fagi) attraverso la loro reinterpretazione della presenza libertaria nella società e nei rapporti col mondo della contestazione globale (1965-1970). Si sono ricordate le figure di militanti che hanno maggiormente colpito i giovani che man mano si sono avvicinati alle idee di giustizia e di libertà; degli entusiasmi e delle delusioni; degli organismi di cui si è fatto parte, delle riviste, dei giornali, delle lotte fra i soldati di leva, quelle contro i missili a Comiso, i meeting anticlericali o l’impegno nella ricostituzione dell’Unione Sindacale Italiana. Abbiamo ascoltato le testimonianze di chi ha vissuto in nuclei familiari di tradizione libertaria; il viaggio attraverso un periodo significativo di lotta e di pensiero delle donne anarchiche (1975-2000); le singole militanze nei gruppi; le critiche alla organizzazione formale o di sintesi; il vissuto politico ed umano di quei gruppi che nel tempo hanno avuto l’incarico di redigere il settimanale anarchico “Umanità Nova”; l’esperienza degli anarchici contro il G8; l’irruzione di Julian Beck e del Living Theatre al congresso anarchico di Carrara (1977) per incitare gli anarchici all’azione non violenta, a combattere la violenza politica, ad estirparla come concezione dalle idee anarchiche.
La seconda sezione è stata dedicata alla pluralità delle esperienze organizzative territoriali attraverso le sperimentazioni libertarie: dalla Carrara del dopoguerra con l’organizzazione delle cooperative per combattere la disoccupazione e la miseria, alla costituzione di Colonie per i bambini pensate per togliere alla chiesa il monopolio dell’educazione dell’infanzia. Poi vi sono le esperienze anarchiche di Parma (costituzione di un Ateneo Libertario per le iniziative culturali, il lavoro nelle cooperative come fulcro di crescita e l’apertura di una attivissima sede dell’Unione Sindacale Italiana); di Reggio Emilia coi suoi quaranta anni di presenza e attività sul territorio, una Federazione locale attiva fin dalle origini caratterizzata a forti tinte anarcosindacaliste (qui si è pubblicato “Assemblea Generale”, giornale poi chiuso dalla Magistratura di Massa Carrara: un caso più unico che raro), organizzatrice delle “Cucine del Popolo” a Massenzatico. Poi l’esperienza di Jesi, l’adesione alle tesi piattaformiste, l’attività nei meeting anticlericali e la costituzione del Centro Studi Libertari “Luigi Fabbri”; Palermo coi suoi interventi prevalentemente in ambito culturale; la lotta all’ospedale di Chiaravalle; l’esperienza di Canosa di Puglie, dalla lotta contro il fascismo all’attività sociale con la creazione di cooperative, fino all’abbandono della Fai e l’adesione ai Gruppi di Iniziativa Anarchica. L’attività a Scandicci. L’esperienza di Roma tra il 1969 e il 1974: anni cruciali, caratterizzati dalla campagna di controinformazione sulla strage di Stato del 12 dicembre 1969. E, sempre a Roma, l’esperienza del gruppo anarchico di “Controcultura”. Spezzano Albanese e l’azione sociale in anni di interventi, fino alle esperienze comunaliste, per finire con la descrizione dell’attività della Commissione Antimilitarista della Fai nel periodo 1982-1987 con il gruppo di Livorno.
La terza sezione ha avuto per tema “La Fai e gli snodi storici del secondo Novecento”. È stata così ripercorsa la storia del movimento durante il periodo dell’esilio attraverso l’organizzazione di resistenza e collegamento tra i diversi gruppi formatisi soprattutto oltr’Alpe, fino alla costituzione di raggruppamenti partigiani in Italia che operano durante il periodo della Resistenza; infine una analisi della fase che va dal congresso di Carrara (settembre 1945) fino alla prima divisione con la nascita della Federazione Libertaria (gennaio 1946). Dai fogli clandestini (numerosi), fino alla ripresa del settimanale “Umanità Nova” di cui vengono analizzati sia i contenuti di propaganda (tra il 1944 e il 1953), che la diffusione (13/18 mila copie settimanali) e l’attenzione data alla stampa anarchica da parte dei più diversi orientamenti politici, a significare un certo interesse anche in strati sociali e politici fuori dal movimento specifico. Di notevole interesse dovrebbe essere (e qui siamo in attesa della relazione) l’analisi di un periodo importante narrato attraverso le carte di Pier Carlo Masini (1948-1956): la formazione dei Gaap (Gruppi Anarchici di Azione Proletaria), l’uscita dalla Fai e la collaborazione con la sinistra comunista che successivamente darà vita alla organizzazione Lotta Comunista, tutt’ora esistente. Si è discusso del passaggio della memoria e dei valori attraverso l’incontro fra due generazioni, dei rapporti coi gruppi extraparlamentari, dello scontro sul modello organizzativo e la controinformazione sulla Strage di Stato (1969-75). “Utopie e controrivoluzione nel decennio 1968-1977” è stato un ulteriore argomento di grande interesse, insieme alla relazione sugli incontri nazionali dei lavoratori anarchici. Con la relazione “L’Internazionale anarchica: mappe e percorsi nel secondo Novecento” si sono chiusi i lavori: “Questo contributo intende sperimentalmente delineare, insieme ad una possibile mappa geopolitica dell’anarchismo internazionale, il percorso organizzativo, l’immaginario libertario e l’attività relazionale fra gruppi, individualità, associazioni, federazioni nazionali, circoli culturali anarchici in una dimensione in prevalenza europea ma anche intercontinentale, dal dopoguerra fino agli anni Settanta del XX secolo.”
Fin qui il programma del Convegno storico nel settantesimo della fondazione della Federazione Anarchica Italiana: giornata importante e riuscitissima (e la mole degli argomenti è lì a dimostrarlo). Ma, soprattutto, il lavoro non si ferma qua! Infatti l’invito dei compagni dell’Archivio Storico (Asfai) è quello di chiedere a tutti l’invio di ulteriori relazioni, ricordi e racconti di esperienze vissute in prima persona sia da coloro che hanno fatto parte della Fai, sia che l’abbiano incrociata nel corso della militanza.
Infine: hanno salutato l’inizio dei lavori gli anarchici spagnoli che curano il periodico “Tierra y Libertad”, mensile della Federazione Anarchica Iberica ed un compagno (tra l’altro ex anarchico) dell’organizzazione Lotta Comunista che ha ricordato l’apporto dato alla nascita dell’organizzazione.
Franco Schirone